Seo e copywriting:  strizzare l’occhio a Google soddisfando allo stesso tempo gli utenti

Quando si scrive un contenuto per il web bisogna per prima cosa rispettare la correttezza grammaticale, la pertinenza dell’argomento e la compiutezza della tesi che si vuole sostenere. Già da qualche anno ci si sente ripetere come un mantra l’affermazione “content is the king”, e questo presuppone che i motori di ricerca siano in grado di dare sempre più valore alla qualità di un contenuto.

Fino a qualche anno fa c’era il mito della “parola chiave”, che spesso e volentieri veniva inserita più volte (e a sproposito) nei testi online per catturare l’attenzione di Google. Questo talvolta coincideva con la perdita di interesse dell’utente finale, visot che era una pratica che inficiava anche la scorrevolezza e il senso del contenuto stesso. In poche parole, si rincorreva spasmodicamente l’approvazione di Google perdendo di vista le richieste dell’utente. Ma negli ultimi tempi le cose sono cambiate: la ripetizione eccessiva delle parole chiave (keyword stuffing) costituisce un parametro di penalizzazione da parte di Google, per cui è necessario fare molta più attenzione. I motori di ricerca stanno cercando di mettere in risalto molto di più i contenuti che rispondono nella maniera più fluida, accurata e pertinente alle richieste (query) degli utenti.

Tuttavia la Seo è resta una materia complessa, frutto di una serie di attività tra le quali rientra anche la produzione di contenuti di qualità. Ma l’algoritmo di Google, in costante evoluzione, non lascia spazio a distrazioni. E’ importante continuare a produrre testi lineari, accattivanti e che possano soddisfare le rihieste dei milioni di utenti del web. Per farlo ci sono molte tecniche: tra queste rientra anche lo storytelling.

Storytelling: una tecnica comunicativa che va a braccetto con la Seo

Oltre a raccontare e a mettere in luce le virtù e le peculiarità di un brand, lo storytelling può essere utile anche per strizzare l’occhio a Google. Vediamo come sfruttare lo storytelling nelle attività di marketing aziendale finalizzate alla Seo.

Per fare una corretta attività Seo è necessario curare tutta la fase del contenuto. Bisogna per prima cosa rispettare le regole basilari della Seo on page, e quindi realizzare una buona meta descripition,

un titolo accattivante (e possibilmente che contenga la parola chiave principale), curare i meta title e l’ottimizzazione delle immagini. A tutto questo però va aggiunto uno storytelling accattivante, uno stile che sappia catturare l’attenzione dell’utente, sempre più distratto ormai dalla miriade di informazioni e spunti di interesse che trova online.

Ma per fare uno storytelling di qualità è necessario seguire delle precise indicazioni. Se è vero che è necessario avere una buona creatività, è anche vero che è importante trasferire al lettore un senso di “sicurezza” e appartenenza al brand. Proprio questo è il compito più difficile per uno storyteller: far appassionare il lettore e fidelizzarlo secondo i valori e la mission dell’azienda. Sempre più realtà, sia piccole che grandi, fanno affidamento allo storytelling come strategia di marketing e comunicazione da integrare nelle altre attività online. E questo avviene perché è necessario distinguersi dalla concorrenza, sempre più forte e incalzante. Scrivere contenuti di qualità vuol dire quindi anche avere un tono narrativo amichevole e informale ma non troppo ironico, sapere quando e come insistere su un tema a discapito di un altro e mille altre sfaccettature. In ogni caso la lettura deve risultare fluida, piacevole, chiara e soprattuto coerente con ciò che l’azienda vuole comunicare.

Come scegliere gli argomenti migliori per i propri contenuti

Prima di scrivere un qualsiasi contenuto è necessario accertarsi che esso possa davvero presa sugli utenti. Per questo motivo è utile consultare una serie di strumenti e tool che danno indicazioni riguardo ai volumi di ricerca di alcuni argomenti specifici.

Tra tutti questi strumenti il più immediato è google keyword planner, un programma fornito da Google che permette di verificare i volumi di ricerca attorno a determinate keyword e il relativo CPC (cost per click). Per andare più nello specifico ci si può affidare anche a keywordtool.io o answerthepublic: il primo permette di approfondire le ricerche sulle long tail, mentre il secondo risale alle espressioni più utilizzate dagli utenti su un preciso argomento.

 

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