Essere un brand senza farsi notare

Cos’è il brand?

Il brand è la marca dato dal nome, dal simbolo e dal disegno ma anche dalla combinazione di tutti questi elementi con cui si potrà conoscere il prodotto o servizio.

Ma non basta perché il brand non è solo questo in quanto si tratta di un discorso molto più complicato ed astratto: nel brand c’è la storia dell’azienda o del prodotto.

Questa è la vera essenza del brand! E’ un concetto non tangibile perché, in realtà il brand, è ciò che il prodotto o il servizio rappresenta nella mente del cliente.

Ci sono aspettative fatte di promesse e valori che tutti percepiscono anche se in modo astratto.

Questo è il brand: tutto racchiuso in una sola parola con una spiegazione grande quanto il mondo!

Di conseguenza con il termine branding si identifica nell’insieme delle strategie che operano alla costruzione e alla gestione della marca.

Comunque, la strategia e la gestione, non si limitano solo alla riproduzione grafica di un logo, in quanto riguardano soprattutto la comunicazione dei valori, della mission e della visione dell’azienda.

Definizioni di brand

Alcuni esperti di marketing e business nel tempo hanno detto che il brand è:

    • “La somma intangibile delle caratteristiche di un prodotto” (David Ogilvy);
    • “Una promessa, attraversando l’identificazione e l’autenticazione di un prodotto o servizio, il brand si impegna   solennemente a fornire determinati standard di soddisfazione e qualità” (Walter Landor);
    • “L’insieme di percezioni nella mente dei consumatori” (Colin Bates);
    • “Non è più ciò che l’azienda comunica al cliente. E’ ciò che i clienti comunicano tra loro” (Scott Cook);
    • “Fare delle promesse e mantenerle è un’ottima strada da percorrere verso la costruzione di un brand” (Seth   Godin).

Essere si un Brand ma senza esporsi

Le vendite ed il marketing, sono vissute dagli operatori del settore, come un momento di competizione per dare sempre il meglio di ciò che si propone.

Ci si avventura in questo campo avvicinandosi al mercato e ai clienti cercando di arrivare all’obiettivo distruggendo tutto e tutti.

Comportamento molto usato negli anni ’80: periodo storico molto competitivo in cui sfidare e sconfiggere gli avversari era un comportamento predominante nella vita e nella carriera di manager.

Questo è un comportamento valido per un’azienda che deve ridurre le quote dei concorrenti non certo per un professionista perché non potrà mai avere un’infinità di clienti idem per tempo e produttività.

Il significato di competizione 

Molti non hanno ancora capito il significato di “competere”.

Partiamo dall’etimologia della ‘parola: “competere” deriva dalla parola “con-e petere” che significa “chiedere, andare insieme, convergere verso lo stesso obiettivo”.

Ma, negli anni ’80 e ’90, si è completamente cancellato l’aspetto di collaborazione portandolo allo scopo di annientare il concorrente. Tutto questo perché cambia il modo di approcciarsi agli altri negli affari: il mondo del business in cui si contava solo sul proprio essere non esiste più perché si ha solo il desiderio di competere distruggendo il proprio avversario.

La competizione oggi

Oggi, si sta abbandonando l’idea del passato e si sta cercando di trovare nuove vie all’interno delle operazioni Win Win per ricompensare le relazioni che hanno un solo unico scopo.

Questo modo di fare e di essere premia la credibilità di trattare i competitor e si sarà valutati anche dal comportamento con i colleghi perché se si sarà leali con i concorrenti si sarà stimati da tutti dato che “sentiranno” un professionista sicuro di se stesso che non teme l’avversario.

William Edwards Deming diceva che la competizione porta alla sconfitta e che le persone che tirano la corda in due direzioni opposte si stancano e non arrivano da nessuna parte. Grande Deming! Parole sacrosante…

A chi rivolgersi per ottenere tutto ciò

A chi rivolgersi se non a persone competenti?

Chi meglio del personal branding e del web designer potranno essere d’aiuto? Due figure professionali molto adeguati che potranno mettere a disposizione dell’azienda e del titolare la propria competenza.

Conclusioni

Essere si sempre al top per competere meglio ma mai per distruggere il concorrente avversario che sarà, comunque, una meta da raggiungere e superare ma sempre e solo con il giusto obiettivo di fare qualcosa di meglio dell’altro.

E’ importante anche rifarsi ai grandi come William Edwards Deming che riteneva la competizione un grande errore se fatta per sconfiggere qualcuno. Lui incitava sempre a fare del proprio meglio senza tirare la corda in due direzioni opposte che non portano da nessuna parte.

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Essere un brand senza farsi notare

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